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Duilio Svara e‘,  tra gli artisti triestini dell’ anteguerra, tra i piu’ prestigiosi scultori formatosi nelle istituzioni didattiche della citta’ di Trieste, il Volta e la Scuola Libera di Figura del Civico Museo Revoltella.      Al Volta, Svara fu allievo dello scultore Antonio Canciani e fu al Volta che conobbe il noto scultore Marcello Marchesini col quale stabili’ un lungo sodalizio.     Alla Scuola Libera della Figura, fu invece allievo del pittore Edgardo Sambo Cappelletti, una delle figure di riferimento piu’ importanti  per i giovani di allora.

Ma Svara, oltre a dedicarsi all’arte, era impegnato politicamente contro il regime tanto che nel 1943 venne inviato in Lucania  in uno di quei battaglioni speciali dove venivano destinati dissidenti e sospetti non ancora condannati al confino.

Terminata la guerra, riprese la sua attivita’ artistica  partecipando a numerose e prestigiose mostre tra cui quelle di Parigi e Lubiana ricevendo elogi da Giusto Cherosovari, Luciano Budinga, Mara Lupiani e Nino Perizi.  

Purtroppo, come per molti, ragioni economiche e famigliari non gli permisero di dedicarsi all’arte a tempo pieno ma nel 1970 riusci’ ad essere presente nelle rassegne cittadine con opere di piccolo o medio formato mentre negli ultimi anni pote’ allestire alcune mostre personali.        Riusci’ anche, nonostane non avesse potuto esprimersi al massimo delle sue capacita’, ad essere presente sia per la committenza pubblica – sua e’ la scultura per la Scuola Materna di Gretta a Trieste – sia per quella privata: suo e’ il gruppo bronzeo dell’ Hotel Approdo di Duino, teatro di Simposi Internazionali di Sculture negli anni ’60. 

Dotato di una non comune capacita’ di sintesi armonica e plastica, come annota Benco, riusci’a mettere in evidenza le caratteristiche di una scultura diretta nell’approccio della figura e capace di evocare il contesto che l’artista aveva colto e rappresentato.       Predilisse il ritratto avendo per modelli volti famigliari e di amici mentre, di derivazione chiaramente novecentistica, Svara ritrasse Luciano Budinga, Anny Calzolari o certe figure come “il Flautista”, opere datate tra il ‘37 e il ’40.          “il Vento”, un piccola statua del ’36 che rappresenta un viandante piegato in avanti per opporre resistenza alle forti folate di vento e’ a chiara influenza futurista mentre un forte plasticismo di ispirazione realistico – sociale e’ alla base dell’opera “La bora” dove un vigoroso nudo di donna si erge a protezione dal vento del figlioletto.  

Oltre ad alcuni lavori di rame sbalzati con soggetti sacri ed altri  dedicati alla tematica ecologica, indubbiamente  l’opera piu’ significativa per plasticita’ e compiutezza e’ “Susanna al bagno” che, per la morbidezza dell’atteggiamento e la finezza della modella ci fa essere d’accordo con Benco quando afferma che davanti a lavori di tal fatta  “cade ogni discussione e ogni riserva”

 

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